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PROGETTO : “ DVDD - Dar Vita ai Dati Dormienti”.

 

      Scopo e Background del progetto       

Il concetto di base è semplice, mentre l’organizzazione, l’analisi e il progetto a seguire complessi.                                                                       L’idea semplice è quella di recuperare i dati immagazzinati passivamente nei computers dei laboratori analisi, innanzitutto ospedalieri, che riguardano i risultati ormonali.  Lo scopo è di farne un “date base” da utilizzare ai fini statistici, di ricerca, e come archivio di soggetti abruzzesi e molisani.  In quest’ultimo caso, immaginiamo di realizzare il progetto più ambizioso in ambito regionale:  trasferire e commutare  l’archivio in una rete da gestire tra medici specialistici e MMG, con lo scopo di razionalizzare, selezionando e finalizzando gli esami diagnostici: Ciò significa contrarre la richiesta di esami inutili, la  movimentazione delle persone, con il fine ultimo di migliorare la diagnosi con minori costi, riducendo la peregrinazione defatigante spesso a cui vengono sottoposti i pazienti. 

Il progetto prevede una stretta collaborazione tra specialista e MMG (mai realizzata) basata sulla disponibilità dello specialista a risolvere collaborativamente i problemi dei pazienti, lavorando in rete, ma anche con una educazione continua a spiegare da parte dello specialista, che sta per sua vocazione di più sul tema, il perchè seguire quelle linee guida e tali comportamenti.

 

Introduzione al progetto- Materiali e Metodi

Due sono le tematiche che inizialmente vogliamo affrontare:

la prima è relativa alla vitamina D, la seconda alla valutazione di alcuni parametri tiroidei: TSH, FT3, FT4 Anticorpi Antitiroide, e ad alcuni altri autoanticorpi , più frequentemente associati alla tiroidite autoimmune.

          

                                    VITAMINA D

Uno dei problemi più avvertiti, anche in campo internazionale, riguarda la vitamina D, in riferimento agli stati di insufficienza ,agli interventi e possibili ricadute correlate alla carenza e ai rimedi conseguibili con la profilassi.

E’ da comprendere che il nostro è un progetto  e un intervento non diretto sul singolo (medico-terapeutico), ma rivolto alla popolazione, di prevenzione e profilassi , cioè parliamo dell’ ”araba fenice” del campo sanitario ovvero di quella pratica di cui tutti parlano ,ma nessuno attua o considera seriamente e con interesse. Non siamo sicuri, essendo anche dei ricercatori, di essere nel giusto; è necessario verificare noi stessi come si diceva. Se la profilassi con vitamina D avesse ricadute positive, come i numerosissimi studi lasciano prefigurare (vi sono anche, risultati contrastanti), i vantaggi sarebbero evidenti a fronte in pratica di assenza di svantaggi.            In fondo la carenza è dimostrata e l’andremo a confermare (i primi dati già sono da noi conosciuti, vedi di seguito). Pertanto è razionale un intervento e d’altro canto il costo  è molto basso.                                                                                                                          Se solo ricavassimo benefici in uno dei campi dell’ampio spettro d’azione della vitamina D (la ricerca è piuttosto concorde sull’attività della vitamina D sull’apparato muscolo-scheletrico) i vantaggi sarebbero notevoli e immediati sulla medicina curativa del quotidiano, insieme ad evidenti risparmi(una frattura in meno già ripaga una profilassi con vitamina D su una estesa popolazione).                                Non parliamo poi dell’intervento in campo oncologico. Non c’è dubbio che le neoplasie siano in aumento per la crescente  diffussione di un gran numero di agenti aggressivi e mutageni, contenuti nei cibi,nelle acque e nell’aria, Se difficile è intervenire a questi livelli, il problema può essere afrontato dall’altra prospettiva, cioè aumentando le difese contro gli aggressori. La vitamina D fa parte di questo bagaglio di molecole difensive, di cui è fornito l’organismo, e ne è carente.                                                                                                     Pertanto è giusto correggere questa mancanza, riportandola a livelli appropriati.  Il problema di certo non è così semplice, perchè il modello biologico è complesso e la sola carenza di un fattore difensivo non può spiegare un quadro, che è il risultato dell’intervento e interazione di molti fattori.  E’ probabile oltre che possibile che la vitamina D esplichi la sua funzione difensiva, interagendo con  altri fattori, ma il modello biologico complesso è difficile da studiare. In generale più spesso il modello sperimentale è quello semplice, ove si considera un’unica variabile.  Sarà possibile,nelle nostre osservazioni, introdurre e valutare anche altre variabili. Ma intanto è giusto,corretto anche scientificamente , poco costoso  e con possibili e grandi vantaggi rispetto alla spesa portare avanti un progetto su

 VITAMINA D.

Un percorso proponibile è il seguente, articolato in tre tempi:

 

1° tempo: fotografia del problema:osservazione dei vari stati di bassi livelli di vitamina D . Questa è la fase DVDD, con il significato di sopra. Le fasi successive (2° e 3° tempo) rientrano in un progetto di politica sanitaria a carattere regionale di prevenzione a bassi costi e alti profitti (vedi tempo 3),  basti pensare che la diffusione nell’assunzione di vitamina D3, solo in quanto a fratture ossee, può ridurle del 30%.

2° tempo: intervento di profilassi con vitamina D  per compensare lo stato carenziale

3° tempo: valutazione dei riflessi positivi, in particolare mettendo in evidenza l’eventuale  riduzione in frequenza e incidenza di fratture, osteoporosi,tumori,autoimmunità, infezioni, stati dismetabolici, ipertensione arteriosa,disendocrinie.

 

1°TEMPO  -    BACKGROUND  

 

 Il primo obiettivo che ci prefiggiamo è quello di valutare i livelli di Vitamina D e PTH , correlati, nell'arco dell'anno per diverse fasce di età.

 Infatti è noto un picco estivo dei livelli di Vitamina D, tuttavia in una precedente analisi abbiamo osservato che questo viene meno in età avanzata, e vorremo confermare il dato su scala più vasta, a livello  regionale. Questa analisi ci permetterà di comprendere lo stato vitaminico della regione in riferimento a diverse aree, differenti età e stagionalità.

 

METODI e RISULTATI PRELIMINARI

 

Estrazione dei dati contenuti nell'archivio informatico del laboratorio di Patologia Clinica delle 4 ASL in ABRUZZO.

Le estrazioni dei dati  avviene  in forma anonima (nomi criptati) e relativi al periodo che va dal 2005 al 2014, con riporto di età e sesso, eventualmente la provenienza                    (interni, esterni e comuni di provenienza).

Alleghiamo, intanto un esempio di analisi dai dati della vitamina D estratti dal laboratorio del Policlinico di Chieti nel periodo che va dal 2005 al 2014 (30.000 dati)  in riferimento alle variazioni stagionali e a diverse fasce di età.

 

LIVELLI DI VITAMINA –D , 30.000 dati estratti dall’archivio laboratorio Policlinico Chieti  suddivisi per stagionalità e classi di età

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'ampiezza dei dati ci permette un’analisi che superi le variabili contenute nel campione.  Si osserva innanzitutto una importante carenza di vitaminaD (più del 90% dei soggetti è al di sotto del limite d inormalità, la linea dei 30 ng/ml); inoltre con l’avanzare degli anni la carenza diventa sempre più significativa e copre tutte le stagioni, suggerendo che la profilassi o terapia in questa fascia di età non può essere sospesa neanche d’estate.

              

                       

 

                                 Risultati AbTg TPO  TSH FT3 FT4

Per quanto riguarda l'analisi sugli Anticorpi Anti-Tiroide (Tab) lo scopo è sempre quello di fare il punto sulla prevalenza di un’affezione molto diffusa , la tiroidite autoimmune.

In particolare poi la letteratura segnala un picco invernale correlato con il picco delle infezione virali in inverno. Il nostro obiettivo mira ad  una diversa interpretazione: correlare il deficit di Vitamina D che si realizza nel periodo invernale con l' eventuale picco di auto-anticorpi anti-tiroide nello stessa stagione.Pertanto unintervento di profilassi come sopra di vitamina D, dovrebbe migliorare la condizione.

 Infine intendiamo portare avanti un’analisi sulle variazioni circannuali,per età, sesso e eventualmente in diverse condizioni con la prospettiva di creare dei “range” di riferimento per TSH correlato con FT3 e FT4 e ridisegnare dei nostri riferimenti

La ricerca presuppone una collaborazione, a respiro regionale, ove l’Abruzzo si fa valere, anche con un possibile coinvolgimento internazionale.

Nel 1° tempo il lavoro è di raccolta dati con spostamenti sulle 4 province:

nella figura della regione sono rappresentati i laboratori che dosano la vitamina D e parametri tiroidei,ove intendiamo prendere i dati, il metodo è il medesimo utilizzato presso il laboratorio Policlinico di Chieti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2^ Fase rete con MMG

  • Passiva ,ove si vanno ad identificare i soggetti già sottoposti a trattamento con vitamina D, sono tracciabili sia attraverso i sistemi informatici degli MMG (forniamo un esempio estratto da un’assciazione di gruppo di MMG di Chieti che gestiscono sui 7/8000 soggetti di cui 2000 sono stati trattati con vitamina D)

Sia sttraverso un’altra metodologia di recupero di dati dai sevizi farmaceutici.

  • Attiva di intervento, su una popolazione da trattare di età >60 anni ove attraverso i MMG si somministrerà vitamina D.

      Controllo nel tempo

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